La prima chiacchierata

Ed eccoci qua, di nuovo seduti allo stesso tavolo di

questo immaginario bar, a berci un’altra buona birra.
Spero che tu sia curioso e pronto a fare due chiacchiere.
Sai è strano… Normalmente si pensa sia facile trovare argomenti da conversazione, capire cosa dire quando ti trovi dall’altra parte del mondo a contatto con una cultura così diversa e a dei paesaggi così unici, ad affrontare sfide irripetibili, ma ammetto la mia difficoltà in questo momento. Penso sia a causa dello spirito con cui sono partito e del tempo che ho. Non sono un turista che si stupisce della novità, che passa la giornata a fare foto a tutto quanto e che commenta immediatamente.
Cosa sono mi chiedi? Non lo so.

Non mi fermo allo stupore della novità della cultura, che sicuramente c’è sia chiaro, ma piuttosto cerco di farla mia. Passami il termine, ovviamente ci vorrebbero anni ed anni affinché questo possa avvenire, perciò mi impegno e spendo del tempo, ogni giorno, ad imparare nuovi termini di questa lingua così complicata per me. Osservo ancora ed ancora questo mondo venuto fuori da un universo parallelo, cercando risposte e trovando sempre più domande.
C’è la fatica, che mi fa apprezzare ogni giorno di essere qui con qualcuno di importante e speciale, c’è la gioia di conoscere nuove persone e rincontrare vecchie amicizie unite da legami che gli anni del COVID non hanno logorato. Un giorno forse ti parlerò di loro in qualche modo, perché meritano un po’ del tuo tempo e ci tengo veramente a fartele conoscere.
Ma…Torniamo a noi, la difficoltà più grande è capire come esporre tutto questo grande contenuto che ogni giorno ci riempie il cuore e la mente, proprio perché stiamo affrontando un mondo nuovo per noi (probabilmente anche per voi) e siamo sommersi da informazioni che meriterebbero di essere menzionate, ma le dobbiamo genuinamente metabolizzare.
Ti chiediamo tempo dunque.. Tempo per capire cosa trasmettere e cosa no, tempo per interiorizzare e tempo per fare nostra un’informazione. Il dilemma che ci siamo posti in questi giorni è: cos’è un anno? Sembra una domanda stupida, lo so.
Però è bello vedere come questo concetto sia legato così tanto alla nostra quotidianità. Prova a fermarti un attimo e pensarci. Cos’è un anno? Riesci ad immaginarti quanto è lungo?
Se ci penso, uscendo dalla risposta scontata dei 365 giorni, non posso che pensare ai punti fissi che ho sempre ritrovato nella mia vita in Italia:
l’alternarsi delle stagioni, tra il caldo e il freddo, che qui non posso applicare vista la presenza di stagioni diverse e dal fatto che sia sempre caldo.
L’anno può essere scandito dal tempo lavorativo tra le vacanze natalizie e quelle estive, discorso che ovviamente qua non posso utilizzare non sapendo se e quando avrò delle “vacanze”.
L’anno è definito dalle varie attività e hobby che iniziano solitamente a settembre e finiscono a maggio/giugno prendendosi l’estate come pausa, ma qua non ho la mia solita routine, quindi un ennesimo riferimento è venuto a mancare.
L’anno lo penso in base all’organizzazione del tempo libero con gli amici, passare serate tra birra e giochi da tavolo nei mesi più freddi agli aperitivi con i piedi nella sabbia durante l’estate. Hai capito il mio concetto e il mio problema? Se penso a quest’anno che mi aspetta non riesco a farlo. Perché non ci sono riferimenti a me noti. L’unica definizione che riesco a dare è che quest’anno per me sarà quel tempo apparentemente lungo ma in sostanza breve in cui mi accorgerò che probabilmente non mi basterebbe una vita intera per fare tutto quello che vorrei.

Pare che anche questa birra sia finita. Spero di non averti tediato troppo coi miei pensieri e vorrei chiederti mio caro anonimo lettore cosa ne pensi, così che tu non sia più un volto sconosciuto, ma qualcuno a cui dare uno o più nomi. Scrivimi pure, lasciami una mail, mandami un messaggio… Se vuoi sapere qualcosa o darmi la tua visione. Chissà che non ci scappi una vera birra insieme tornato in Italia o ancora meglio qua.

Alla prossima.